sabato 20 agosto 2011

Colonna continua 3






1)  In un libro non recente di Jacques Rancière, Ai bordi del politico (1998),  ma solo adesso tradotto in italiano (Cronopio 2011), trovo la più bella definizione della democrazia che mi sia capitato d’incontrare: la democrazia è «l’autoregolazione anarchica del molteplice tramite la decisione della maggioranza».

martedì 16 agosto 2011

Segno e pittura. L'arte come menzogna


  Questo è il mio contributo per il catalogo della mostra del pittore Rino Volpe intitolata ‘Soprapensieri sulla poesia di Nietzsche’ tenutasi a Napoli nel 1990.
  

I quadri di Rino Volpe pongono immediatamente una questione: quella del rapporto possibile fra il testo letterario e/o filosofico e l'iscrizione grafico/pittorica. Frasi intere, decontestualizzate dal corpus cui tutto un certo regime di proprietà e di attribuzione, un certo lavorio febbrile dell'acribia filologica, una certa strategia dell'arte interpretativa, insomma tutto un ordine del discorso, le destinava, passano, come in uno stato di 'soprapensiero', sulla superficie della tela e si trovano iscritte in un altro discorso, sottoposte ad un'altra legge dell'incorniciatura, prese in un altro percorso della scrittura.

lunedì 15 agosto 2011

La pace e la complessità




 Nel 1991 in occasione della prima guerra del golfo fu organizzato un seminario sulla guerra da un gruppo di  ricercatori e di studenti della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Napoli: questo è il testo del mio intervento.

Leggo sul numero di febbraio di Linea d'ombra la trascrizione di una conferenza tenuta nel novembre '90 da Johan Galtung, fondatore dell'International Peace Research Institute di Oslo ed esperto di teoria dei conflitti. Ciò che mi colpisce non è soltanto la lungimiranza di un'analisi in grado di prevedere quasi tutto quello che è accaduto in seguito, ma soprattutto quel che chiamerei l'assiomatica che guida la ricerca e che permette la formulazione di una congettura così precisa da corrispondere poi quasi interamente alla realtà degli eventi. Se si vuole comprendere una situazione, tentare di individuarne le linee di tendenza, è da irresponsabili affidarsi unicamente ad una descrizione vagamente fenomenologica dei fatti; è necessaria invece una teoria che individui delle leggi di struttura; sono necessari, per usare l'espressione di Galtung, dei teoremi, proprio come quelli della geometria che soli ci permettono di pensare la realtà dello spazio.

Due lezioni sul Barocco




Nel 1990 l’Università Federico II di Napoli in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri organizzò un seminario di studi sul Barocco. Quelli che seguono sono i testi delle due lezioni che mi furono affidate.


 1) Il Barocco come epoca di decadenza
Nell'Ursprung des deutschen Trauerspiels, rife­rendosi al Barocco, Walter Benjamin sottoponeva ad una critica serrata il concetto di decadenza storica. Che fosse applicata alla sfera dell'arte, figurativa e letteraria, o alla società nel suo complesso, la categoria storiografica della 'decadenza' non poteva mostrare che il suo carattere ideologico. Interpretando come puro azzeramento, tramonto della forma, il nuovo stile o le nuove forme di vita, una storiografia retriva s'impediva di vedere l'autonomia di ogni epoca storica, l'indice storico che le apparteneva in proprio.

L'esperienza e il taglio. Per un'estetica del dispiacere


  Nel 1990 Alberto Abruzzese organizzò a Napoli un  convegno dedicato al tema Estetiche del dis/piacere, immagine e complessità sociale. Quello che segue è il testo del mio intervento.

Nella sezione della Critica del giudizio dedicata all'analitica del sublime, Kant sposta nel campo della teoria quelle modifiche della sensibilità e del gusto che fino ad allora erano state considerate soltanto sotto un'angolatura psicologica. Il sublime, nome sotto il quale si rubrica, già con Burke, quel lato dell'emozionale che prende abbrivo dal terribile e che provoca, dunque, più dolore che piacere, investe in Kant lo statuto del soggetto ed insieme quello dell'esperienza di cui il primo aspira ad essere il titolare legittimo.